Death Note

Author: Grace / Etichette:


Finalmente mi sono decisa a guardare quest'anime, che sinora avevo evitato giusto perché se ne sentiva parlare dappertutto...
Non è male, anzi è addirittura al di sopra della media, però non lo definirei neppure un capolavoro... Ho guardato gli episodi a tre a tre, specie nella parte centrale bisogna ammettere che è avvincente.
La singolarità di DN sta nel fatto che il suo protagonista è un antieroe, un personaggio malvagio senza alcuna riserva. Il genere è il thriller, ma molto diverso da cose tipo Detective Conan, dove in ogni puntata si esaurisce un caso, o da Lupin, che pur essendo un ladro ha comunque una morale ed è dalla parte del bene: qui seguiamo un unico caso, il caso Kira, dall'inzio alla fine, e come dicevo prima il protagonista è un assassino (anche se sono rimasta piuttosto sorpresa dalla parte in cui Light perde la memoria, perché aiuta nelle indagini e sembra mostrare un lato buono abbastanza insolito).


Come molti, anch'io sono convinta che l'anime si sarebbe dovuto concludere con la morte di L, anche se in quel caso ciò avrebbe significato la vittoria totale di Kira.
Il vero antagonista di Light rimane L, non solo perché è stato lui a gettare le basi affinché i suoi successori potessero arrivare a Light, ma perché l'anime ha un ritmo diverso tra le parti "prima e dopo morte di L": quando L è in vita seguiamo i suoi ragionamenti deduttivi passo passo, seguiti dalle contromosse del suo rivale, una vera lotta tra intelligenze.
Di Mello e Near invece non ci vengono mostrati pensieri e deduzioni; tutto si svolge più in sordina, a sottolineare il fatto che loro sono i prosecutori che devono portare a termine la missione di L, ma non sono lui.
L'anime è piuttosto impietoso nel tracciare un quadro della gente che popola la società, e mai come prima lo spettatore si trova costretto a scegliere: o sta dalla parte di Kira o da quella di L.


I due sono speculari, uguali e allo stesso tempo diversissimi: entrambi sono due menti brillanti e al di sopra degli altri, entrambi sono incompresi e frustrati dal mondo, insomma due outsider; entrambi fanno una vita che non può essere definita tale: Light si maschera da vincente, mentre L è un loser che vive isolato, lontano da tutti; entrambi hanno un'idea assoluta di giustizia che perseguono con la medesima determinazione, ma in modi opposti: Light eliminando senza alcuno scrupolo chi si metta di traverso nella realizzazione del suo disegno, ed L agendo sempre nel limite della legge, ed anche quando adotta metodi poco ortodossi lo fa senza spargere sangue.
Ma la più grande differenza tra loro è, banalmente, che L persegue il bene e Light il male.
Nel finale in qualche modo L viene vendicato, non senza una scia enorme di morti che comprende lui stesso... Da un anime come questo sarebbe stato logico aspettarsi una conclusione negativa, ma credo che i giapponesi siano fissati col trionfo del bene, ed effettivamente non mi viene in mente nessun anime che si concluda con il prevalere del male!


Anche gli altri characters sono interessanti: prima fra tutte Misa, accecata da un amore folle ed usata (col suo consenso) da Light dall'inizio alla fine; è un personaggio grottesco, inquietante.
Il dramma del sovrintendente Yagami, il padre che muore senza sapere che suo figlio è Kira, il criminale del quale, dopo L, lui è stato il più strenuo oppositore, e poi gli altri uomini del quartieri generale, gli shinigami e Ryuk, l'unico vero vincitore della storia, che si limita a guardare tutto da spettatore: il segno della sua superiorità, in quanto dio della morte, riguardo alle faccende umane, come se sapesse quanto siano passeggere.
Mello e Near, che agiscono per vie contrarie: il primo sceglie la malavita, il secondo si mostra da subito come l'ideale successore di L, simile a lui per molti versi. Esattamente come L, Near non si scompone neanche quando sta per rischiare la propria vita, rimane quasi indifferente... questa è l'altra grande differenza con Kira: L e Near sono pronti a sacrificare la propria vita (e probabilmente l'hanno già messo in conto), Light invece non morirebbe mai, essendo un egoista che vive soltanto per se stesso e che crede di poter disporre delle vite altrui come gli pare. Lo fa perché si sente superiore agli altri esseri umani, mentre al contrario L mette la propria grandezza al servizio degli altri. Persino Mello è meglio di Light, perché anche se ha scelto la criminalità e le sue azioni sono mosse dall'odio per Near, alla fine si riscatta riuscendo perfino a mettere da parte lo scontro con lui, riconoscendo che c'è una cosa molto più importante: la cattura di Kira. E quindi pure lui, come L, sacrifica la vita.
In altre parole, anche il più imbecille tra gli uomini potrebbe essere ritenuto migliore di Light, purché sia buono. Difatti sarà il "sempliciotto" Matsuda a ferire mortalmente Kira: vi pare che dopo tutta la lotta, l'autore avrebbe scelto a caso un personaggio?
Il messaggio di DN - perlomeno quello che ci vedo io - è questo: non importa con quanta determinazione si crede, importa QUELLO in cui si crede.


Giudizio
Dato che ho notato che finisco per dare agli anime sempre gli stessi voti e che spesso non tutti gli aspetti mi soddisfano, ho deciso di frazionare il giudizio.
Animazione: 10
Trama:  7 (dopo la morte di L diventa noioso)
Caratterizzazione dei personaggi: 8
Voto finale: 8


I tre film giapponesi tratti da Death Note (i primi due incentrati sulla storia principale, il terzo adattato dal romanzo spin-off "L Change The WorLd") mi hanno soddisfatta: non era una sfida facile, perché nella maggior parte dei casi questi adattamenti non sono all'altezza. Si differenziano in alcuni punti dalla trama originaria, ma rispettano lo spirito di DN e sono decentemente recitati; il meno riuscito è il terzo. Nel secondo film c'è una fine diversa da quella dell'anime e devo ammettere di essermi un po' commossa assistendo alla morte di L, perché nella serie piangiamo per quella di Light, mentre per la sua non ce n'è neppure il tempo tanto avviene in fretta... ma si sa, il miglior modo per rendere un personaggio un eroe è farlo morire. Comunque, due su tre di questi film si concludono con la morte L, il che è davvero troppo da sopportare per un fan...
Sempre a proposito del finale del secondo film, attraverso un dialogo tra Light e suo padre (che qui non muore) nel quale successivamente si inserisce L, viene sviscerato ancora più chiaramente il tema della giustizia e del perché Light sia solo un assassino. Le posizioni di L e di Light sono veramente interessanti, e per quanto mi riguarda sono un motivo di riflessione su certi limiti che non si possono oltrepassare, eppure difficilissimi da comprendere, su alcune cose che comunque non si devono (e non si possono) accettare come esseri umani, e il modo giusto in cui opporvisi (ovvero una via che non sarà mai sinonimo di vittoria completa, e come tale va accettata, come fa L morendo). Insomma, una riflessione su male e bene.
Ma la notiziona è un'altra: pare che siano stati acquistati i diritti per un adattamento sul grande schermo, coi fiocchi... la storia ha fatto gola a Hollywood. 
Memori del disastro fatto con Dragonball, incrociamo le dita e aspettiamo fiduciosi.



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