Il tartan (parte 3)

Author: Grace / Etichette: , ,

TARTAN E MODA


Vivienne Westwood ready to wear autunno/inverno 1995/6

Il tartan è veramente versatile ed interpretabile, eppure guardandone il percorso si nota come, in qualche modo, non sia mai stato un tessuto associato al lusso, quanto ai ceti medio-bassi (a partire dalle sue umili origini sino ad arrivare alla moda).
La moda, si sa, segue lo spirito del tempo, ed ha sempre pescato a piene mani dalla musica: ad ogni genere musicale è sempre stato associato un dress code, creato dai gruppi più significativi del genere stesso, e puntualmente rimbalzato sulle passerelle...
Il tartan ha un'anima rock: negli anni ’70 grazie a Vivienne Westwood viene associato ai disadattati e ribelli punk, e ancora oggi è un caposaldo di questo stile.
Nel 1971 Vivienne apre insieme a Malcom McLaren, futuro manager dei Sex Pistols, l’ormai storica boutique Let it Rock (o Sex) al 430 di King’s Road a Londra: i membri della band diventano i migliori sponsor per la stilista esordiente, e indossano le sue creazioni.
Tuttora la Westwood è la prima stilista che viene in mente quando si parla di tartan, e lo ripropone continuativamente nelle sue collezioni.


Johnny Rotten (alias John Lydon) dei Sex Pistols, e Kurt Cobain dei Nirvana

Negli anni ’80 il tartan viene un po’ messo da parte, ma nel decennio successivo torna daccapo alla ribalta, associato ad un altro genere musicale alternativo: il grunge, che guarda caso affonda le sue radici proprio nel punk. La definizione stessa, grunge, significa “sporco, sudicio”, e fa riferimento al modo di vestire trasandato degli artisti, che vestivano come i taglialegna dello stato di Washington, dal quale provenivano.
A contraddistinguere lo stile grunge erano i capelli lunghi, gli abiti vecchi e consunti, i jeans sdruciti e strappati sulle ginocchia, assieme alle Converse  e agli anfibi, anche questi rovinati. Insomma una ripresa dello stile punk, ma molto meno aggressiva, alla quale si aggiungevano elementi come maglioni a quadri e t-shirt…
La camicia di flanella a quadri indossata da Kurt Cobain dei Nirvana (come pure da altri esponenti del genere, come Eddie Vedder dei Pearl Jam) divenne un’icona.
Eppure che il grunge diventasse una moda era l’ultima cosa che quei musicisti avrebbero voluto: Cobain non avrebbe mai potuto immaginare che quella vecchia camicia a quadri sarebbe finita sulle riviste patinate, e  lui stesso sarebbe rimasto schifato al pensiero.  Eppure di lì a poco sarà proprio il mainstream, che Kurt Cobain odiava così tanto, a fagocitare il grunge (il movimento durerà solo la prima parte del decennio) e purtroppo anche lo stesso Cobain, che morirà suicida, l’ultimo martire del rock.
Nel frattempo, il cinema sembra aver riscoperto l’amore per l’antica Scozia ed in breve tempo escono tre pellicole in costume che rilanceranno nell’immaginario collettivo il tartan e il kilt: Braveheart, Rob Roy e Highlander.

Braveheart del 1995, diretto ed interpretato da Mel Gibson, narra in maniera romanzata le vicende del condottiero William Wallace. Il film vince cinque Oscar, consacra Mel come regista e rilancia l’immagine degli scozzesi

Rob Roy del 1995, interpretato da Liam Neeson e diretto da Michael Caton-Jones. È tratto da un romanzo del ‘800 ed anche in questo caso il personaggio è realmente esistito: si chiamava Rober McGregor ed era una specie di Robin Hood scozzese

Highlander del 1986, da cui è nata una saga che sinora conta ben cinque film, dei quali i primi quattro sono interpretati da Christopher Lambert.

Ancora nei '90, la storica maison inglese Burberry rinnova il suo modello del mitico trench, stampando il famoso motivo tartan sulla fodera.
Burberry viene fondata nel 1856 da Thomas Burberry, apprendista di un importante sarto, che apre il suo primo negozio a Basingstoke
Il logo del marchio è il cavaliere equestre accompagnato dalla scritta latina “Prorsum” (”Avanti”). Il trench diventa polare nel secondo dopoguerra grazie ad Humprey Bogart, che lo indossa nel film Casablanca. La “paternità” del trench, che è un capo di origine militare, è tuttora rivendicata da due storici marchi inglesi: Burberry e Aquascutum. Quest ultimo ne fa risalire la creazione al 1850 circa, mentre Burberry dichiara di aver realizzato un modello per l’esercito inglese nel 1901, proponendolo a quello che allora si chiamava “Ufficio della guerra”
Sia la regina che il principe Carlo hanno conferito alla casa di moda il “Royal Warrant”, un’onorificenza prestigiosa che viene assegnata a quei negozi o aziende che hanno svolto un servizio per la Corona inglese.


Dagli anni ’90, passando per il primo decennio dei 2000 sino ad arrivare ai giorni nostri, il tartan non è praticamente più uscito dalle sfilate, ed è stato adottato, anche a più riprese, da tutti i grandi stilisti.
Come non ricordare Alexander McQueen (ancora una volta uno stilista molto influenzato dal mondo rock), che lo ha proposto soprattutto in due collezioni: Highland Rape del 1995 (prime tre immagini), e Widows of Culloden del 2005 (ultime due):






Nel 2006 Alexander McQueen si presenta con Sarah Jessica Parker al Metropolitan per Anglomania, Costume Institute Gala, in tartan: lui con fascia che lo taglia in diagonale, lei con abito asimmetrico, una sola spalla, e il tulle che fuoriesce dal lato più corto della grande gonna scozzese.
Tra gli altri stilisti “fan del tartan” citiamo Paul Smith, Rei Kawakubo, Jean Paul Gaultier e Dolce&Gabbana.

 Carolina Herrera

 Rei Kawakubo

Vivienne Westwood


TRE CAPI TARTAN DA AVERE ASSOLUTAMENTE NELL’ARMADIO:
  1. MINIGONNA la minigonna scozzese non passerà mai di moda, e potete indossarla sia d’inverno che d’estate. A seconda degli abbinamenti potrete interpretarla come vi pare: “scolaretta” con la camicia bianca, punk con il nero e accessori borchiati, bon ton con capi classici ecc…
  2. CAMICIA sia gli uomini che le donne dovrebbero avere almeno una camicia scozzese nel proprio armadio. La camicia scozzese è un must universale (almeno quanto la t-shirt bianca), in giro se ne trovano di ogni colore.  In genere rimane un capo estremamente casual (a meno che non sia arricchita da qualche dettaglio elegante), perciò sotto ci vedo bene un paio di pantaloni tinta unita o dei jeans. Se ci aggiungete lo stivale texano avete già fatto il look country!
  3. SCIARPA non è necessario che sia quella di Burberry. Una bella sciarpa scozzese, magari nel classico rosso, aggiungerà un tocco di colore all’outfit più monotono e ravviverà il cappotto invernale

REGOLE GENERALI PER VESTIRSI A QUADRI:
Ahimè, il tartan va indossato (e dosato) con cautela. I quadri, soprattutto quelli grandi, tendono ad ingrassare: in particolare ritengo che i pantaloni scozzesi debbano essere evitati ad ogni costo da tutte coloro che portano dalla 42 in su e sono alte meno di 1 metro 70!
Ma non significa certo che dobbiamo rinunciare al tartan: chi è più formosa deve prediligere i quadretti sottili, che equilibrano la figura.
Per le ragazze minute va bene puntare sulla parte alta, magari indossando una giacca svasata. Tra gli errori da evitare, c’è sicuramente quello di indossare più capi tartan contemporaneamente, poi meglio non indossarlo con le righe, ed in linea di massima con altre fantasie troppo visibili.
Alcuni stili in cui rientra il tartan:

- Look rock: indossa dei pantaloni di pelle molto aderenti, con una camicia larga rossa e nera e un paio di tronchetti con il tacco, oppure anfibi.
- Look british: per sembrare una scolaretta inglese indossa una minigonna tartan con un blazer blu, e volendo un cerchietto per tenere fermi i capelli!
- Look hippy: se vuoi essere hippy e alla moda, scegli una camiciona tartan molto colorata, da associare ai leggings e agli stivaletti senza tacco.
- Look chic: se preferisci lo stile chic e urbano, indossa una gonna scozzese, una giacca di daino e degli scarponcini.





0 commenti:

Posta un commento